Martina Cogliati

Chiedimi se sono felice - La domanda più semplice dalla risposta più difficile

Sei felice? Silenzio. Ma perché proprio questa domanda dovevo farmi oggi? È un po’ come chiedermi: come stai?

Mi spiazza! Mi lascia la stessa sensazione della domanda di rito di mia nonna quando vado a trovarla: ma allora quando ti sposi?
Cioè…non lo so. Se dicessi un sì urlato, mi sentirei eccessivamente ottimista e attirerei le invidie di molti musi lunghi; ma allo stesso modo, se dicessi un no secco e categorico, non sarei comunque del tutto onesta con me stessa.

Insomma una domanda scomoda, ma forse una di quelle che ci spinge davvero alla ricerca di qualcosa durante tutta la vita.

Per me la felicità è il fulcro del vivere, il centro racchiuso dalle altre due domande catartiche per eccellenza: che senso ha la vita? Esiste una vita dopo la morte?

Cos'è la felicità

Questo delirio per dirti sin dall’inizio che non ho una risposta certa, ma di sicuro alcune riflessioni sul tema le ho fatte e voglio condividerle con te.

Partiamo da una considerazione molto semplice: la felicità è una di quelle cose che ci fa rodere un po’ tutti. È un argomento che ci accomuna, ma che paradossalmente pochi di noi vogliono affrontare, perché scomodo, perché ci mette in discussione. Se non fosse davvero così di tendenza Netflix non ci avrebbe mai fatto una serie dedicata.

Il 18 marzo scorso è uscita infatti “Alessandro Cattelan: una semplice domanda”; una sorta di docu-show in 6 puntate in cui Cattelan intraprende un viaggio alla ricerca della felicità, spostandosi tra l’Italia e l’estero in compagnia di personaggi famosi, come Roberto Baggio, Paolo Sorrentino, Elio.

Una sorta di viaggio dell’eroe contemporaneo che si lascia ispirare dalle esperienze e dalle riflessioni di vip-mentori per provare a dare una risposta originale alla domanda di sua figlia “Papà, ma come si fa a essere felici?” diversa dalla solita “Non so amore, chiedi a tua madre”. 

Allenarsi ad essere felici

Nonostante la logica markettara e lucrativa che si cela dietro qualsiasi serie tv; riflettere sulla felicità è sempre un utile allenamento. Ecco, la felicità è il frutto di un allenamento costante.

Ma allenarsi a cosa esattamente? A guardare sé stessi e le situazioni della vita in un altro modo, da un’altra angolatura.
Significa guardare, assaporare, metabolizzare le esperienze della vita quotidiana, ripulendole da quella patina lasciata da:
  • Credenze
  • Pregiudizi e preconcetti
  • Strategie di sopravvivenza
  • Memorie emotive
  • Obiettivi e bisogni
La felicità ha bisogno di un mindset più “evoluto” che ci permetta di accogliere tutte le sfumature dell’esistenza, le sue incongruenze e anche il dolore.
I momenti bui fanno parte delle regole del gioco ed essere felici significa accettarle.

Quando decidiamo di giocare una partita di calcio o di qualsiasi altro sport ci verrebbe mai in mente di contestare le regole? No, vogliamo giocare e per farlo siamo disposti a tutto. Lo stesso dovrebbe essere per la vita in generale. È un po’ il concetto di prenderla con filosofia.

La felicità come filosofia

Collegandomi all’avere una filosofia di vita, arrivo a un altro punto fondamentale: essere felici, significa fare scelte orientate da valori in cui crediamo e che rispettino la nostra natura. Qui parliamo di altri 3 concetti importanti: l’autostima, l’auto riconoscimento e l’autorealizzazione.
Voglio concludere questa riflessione sulla felicità con un’ultima considerazione: la felicità non è un’emozione, ma le emozioni svolgono un ruolo cardine in questa sfera.

Provare un certo tipo di emozioni in modo costante ci porta a definirci persone felici o infelici. Credo che sia una sintesi corretta e coerente. Se proviamo costantemente stress, tristezza, rabbia o frustrazione è difficile parlare di felicità.

Credo però che se ci consideriamo felici solo se abbiamo un hype emotivo costante, beh allora rischiamo di rimanere profondamente delusi e quindi è matematico che la depressione e l’infelicità siano davvero dietro l’angolo del quotidiano.

Il bello di essere felici

Per me essere felici è essere sereni, è sentirsi appagati, è l’essere felice Nonostante (tutto quello che ci siamo detti). Felice è chi è in pace con sé stesso e con l’ambiente circostante, sia nella sfera privata che in quella professionale.

Essere felici è fare ciò che ci stimola, che rispetta le nostre idee di crescita, che ci permette di esprimerci al meglio. Essere circondati da persone che ci vogliono bene, che ci stimano e aiutano a fare un passo fuori dalla zona di comfort sempre con profondo rispetto delle nostre fragilità.

Che meravigliosa utopia essere felici! invece no, la felicità è possibile; è una scelta costante, è un apprendimento continuo dagli dall’esperienza e dai percorsi formativi che decidiamo di seguire o in cui incappiamo serendipicamente.

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