Martina Cogliati

Che cosa significa essere HR oggi? Il progetto HR Camelot

Great resignation.
Intergenerazionalità.
Work life balance.
Diversity & Inclusion.
Solo per citare alcuni dei grandi temi, o meglio sfide, che gli HR sono chiamati ad affrontare con competenza all’interno delle aziende e in un contesto socio-economico dalla natura mutevole.

Diventa doveroso allora chiedersi: ha ancora senso che gli HR vivano in una torre d’avorio? Come invece potrebbero mettersi in discussione per essere innovativi?

Ne abbiamo parlato con Paolo Cacciolati, Founder di HR Camelot.

Ciao Paolo, tu sei Founder di HR Camelot.
Ti va di raccontarci del progetto e com’è nato?

Il progetto HR Camelot nasce con un obiettivo bene preciso: fornire ai professionisti che si occupano di People Management, un punto di riferimento e approfondimento sulle sfide della gestione delle risorse umane, nonché un luogo virtuale dove condividere con altri HR l’operatività quotidiana in azienda.

L’idea del progetto prende il via nel contesto incerto e altamente sfidante della Pandemia Covid. “E ora che si fa?” era la domanda che balenava in testa a noi HR che giorno dopo giorno vedevamo trasformarsi e disgregarsi le logiche aziendali finora vissute.

Io e altri coraggiosi professionisti abbiamo raccolto le richieste e i turbamenti dei colleghi in tutta Italia, dando così vita a un logo di risposte concrete.

HR Camelot è un progetto agile che dimostra quanto il mondo HR possa davvero essere pronto e scattante nell’affrontare le nuove atmosfere aziendali e le rivoluzioni del mondo del lavoro. Questo è possibile anche grazie ad un mix felice di saperi e competenze, frutto della provenienza da realtà molto diverse e dall’intergenerazionalità che ci contraddistingue. 

“Fate quello che dico, e non quello che faccio” diceva Seneca.
Se lo rapportiamo al mondo aziendale, sembra incarnare il motto dell’HR tradizionalista. Perché oggi non può più funzionare?

Quello che è sempre stato rimproverato agli HR e, lo confesso molto apertamente, spesso a ragion veduta, è l’atteggiamento di distacco, di separazione rispetto alle dinamiche aziendali. Oggi gli HR non possono più permettersi di avere un modus operandi simile. Devono invece studiare dall’interno la complessità umana e professionale che accade ogni giorno nelle organizzazioni e tenere conto delle dinamiche generali che guidano il mercato del lavoro. Gli HR sono chiamati a partecipare come professionisti e come risorse tra le altre risorse.

Chi fa parte di HR Camelot sposa a pieno questa filosofia. Uno dei principali fattori del nostro successo di adesioni è costituito infatti dalla volontà dei colleghi di non isolarsi e quindi di abbandonare vecchie logiche di potere o di “torre eburnea”.

Di andare oltre a steccati e barriere, anche generazionali e di incarnare una nuova tipologia di HR che sia “agile” e non più statico.

“Sporcarsi le mani”.
Gli HR non sono solo intercettatori di bisogni, ma portatori essi stessi di bisogni, in qualità di persone e professionisti.
Che ruolo gioca la formazione sulle competenze trasversali in questo panorama?

HR Camelot è un luogo dove “sporcarsi le mani”, in virtù di una condivisione pratica e diretta. I nostri associati ci richiedono proprio questo: essere un luogo dove le cose succedono, e non solo si raccontano.

Accanto allo “sporcarsi le mani” aggiungo volentieri quello di “affilare la lama”.

Gli HR hanno l’opportunità di diventare attori di un miglioramento continuo in azienda, partendo dallo sviluppo delle loro competenze, su cui si basa un altro modo di fare selezione. Anche gli HR quindi devono formarsi, oltre che formare il team e selezionare persone puntando su altre competenze rispetto a quelle tecniche.

L’attuale contesto delle organizzazioni aziendali ci richiede di effettuare questo investimento non solo a proposito dei dovuti aggiornamenti in campo normativo e di hardskill, ma anche a proposito di competenze trasversali, fondamentali nel fare la differenza come professionisti. L’importante è che quest’ultimo upgrade sia effettuato con “cognizione di causa”, ovvero andando a selezionare attentamente le modalità ed i partner migliori. In questo settore l’offerta è mastodontica e crescente, ed è necessario individuare in modo ponderato con chi operare. 

Quali sono le softskill che secondo te gli HR dovrebbero acquisire e mettere in pratica quotidianamente?

Sui Social e per ogni dove nel nostro ambito si citano continuamente le più disparate tra le “soft skills”, vorrei quindi evitare quelle che vanno per la maggiore e citarne una sola (che forse da alcuni non è neppure considerata tale ma piuttosto un difetto), ovvero l’umiltà. Che poi, se la consideriamo come tale, si trascina dietro le competenze trasversali essenziali per il nostro ruolo, ovvero: il porsi domande, il mettersi in gioco, accettare il confronto con gli altri, non adagiarsi su risposte preconfezionate ed atteggiamenti paludati, guardare avanti e ricercare sempre nuove strade per risolvere i problemi sempre nuovi da affrontare quotidianamente.

Tornando al progetto, avete già pensato ai prossimi passi evolutivi?

La nostra sfida attuale, che ci arriva da una richiesta della Community è di costituire una vera e propria piattaforma online per agevolare uno scambio di esperienze, quesiti, pareri, informazioni, idee e quanto altro possa favorire una contaminazione di saperi tra gli utenti. Stiamo realizzando quindi un luogo dove si possa accedere in qualunque momento e ricevere risposte, informazioni o anche solo un feedback in tempo reale. E in modo indipendente rispetto agli altri Social, che è anche l’indice della nostra autonomia.

Chi desideri saperne di più, può contattarci alla mail: info@hrcamelot.it

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